STRANI RACCONTI
Parte 6: LA MORSA DEL POTERE
di FABIO VOLINO

 

Altromondo.

Un mondo preda di guerre, un mondo che ha recentemente visto un cambio al vertice. Un tempo c’era Roma, ora alla guida c’è l’enigmatico Merlino. Una posizione che a volte lo costringe a prendere decisioni immediate. Come nel caso in questione: un essere come lui non ha potuto fare a meno di rilevare incredibili scompensi mistici sul piano terrestre e quando Eternità compare fuggevolmente davanti a lui capisce subito che deve fare qualcosa.
Nel suo mondo c’è in atto una guerra, ma può comunque prelevare alcuni campioni per difendere la Terra 616. Campioni come ad esempio il guerriero, nativo di quel mondo, da lui prescelto molto tempo fa.

Dimensione Oscura.

Il dolore svanisce, rapidamente come era giunto, e Clea riprende conoscenza. Dentro di lei c’è ancora la rabbia per quanto fatto da sua madre Umar, una rabbia che però le ha impedito di ragionare in modo lucido. Dove si trova ora? Questo territorio le appare vagamente familiare. In lontananza ode dei rumori e un tremendo sospetto le si affaccia alla mente.
Improvvisamente davanti a lei compare una proiezione astrale di Umar, che sorride malignamente. “Ti piace la tua nuova, e finale, sistemazione, figlia mia?”.
“Madre, tu non lasci che i tuoi compiti vengano svolti da altri. Affrontiamoci di nuovo, di modo da regolare i nostri conti”.
“Questo si rivelerebbe un tremendo errore da parte mia e recentemente un essere straordinario mi ha aperto gli occhi sulle mia passate manchevolezze. C’è una Umar nuova davanti a te, Clea. Una Umar che ora ti condanna a morte”.
I rumori diventano forme, forme che Clea conosce. In pochi istanti passa dalla rassegnazione alla paura, quando scopre di non poter contattare nessuno, soprattutto Strange. I Senza Mente avanzano verso di lei.

Londra.

I Senza Mente sono esseri che non guardano in faccia a nessuno, nemmeno a loro stessi. Loro vivono solo per seminare distruzione e, quando incontrano un ostacolo davanti a loro, semplicemente lo annientano. I tatticismi non sono il loro forte. Sono abituati a non essere fermati da nulla, dunque è grande il loro stupore quando delle tremende scariche energetiche vengono direzionate contro di loro. Alcune vanno a segno, ed i colpi si sentono seppur debolmente, altre creano una voragine sotto di loro. Una voragine in cui alcuni dei Senza Mente precipitano.
“Ottima mossa, Titanium” dice Marianne. WorldWatch è arrivato.
“Quando ci hanno detto di una importante missione in Inghilterra” afferma Union Jack “Non immaginavo che avremmo dovuto fare gli straordinari”.
“Non credo che questi tizi fossero compresi nel prezzo. Speriamo che questi esseri siano alla nostra portata” si interroga Box.
“Non sono loro il vero problema” ribatte il più recente acquisto, Eblis.
La natura dei poteri di costui è di origine mistica e dunque ha capito chi è il vero sobillatore del caos. Una natura che viene rilevata da due altre persone.
Strange e Rintrah planano a terra ed osservano i componenti del gruppo. “Tu, credo di riconoscerti” dice il primo “Eri negli X-Men”.
“Sì, Dr. Strange” conferma il suo interlocutore “Sono Alex Summers, Havok. Ha idea di…”.
“Dormammu, il responsabile è Dormammu”.
“Credo di ricordare qualcosa su di lui... gli archivi di X-Factor erano così immensi...”.
“La cosa importante è che voi blocchiate o almeno tratteniate questi esseri” interviene Rintrah “Mentre noi ci occupiamo di lui”.
Havok annuisce ed ai due maghi questo basta, dunque si librano in volo. Subito dopo alcuni Senza Mente avanzano a spron battuto verso il rinato gruppo: sui loro volti non compare alcuna espressione, ma i loro intenti sono ben chiari.
“Sisma!” esorta Alex Summers “Crea subito delle onde che sbilancino questi tizi ipertrofici, poi ci penso io”.
Chang Fan non dice nulla: agisce. Immediatamente delle ondate sismiche vengono direzionate contro i Senza Mente e li sbilanciano. Interviene poi Havok: raccoglie quanta più energia possibile, poi la scaglia con rabbia e decisione contro gli sgherri di Dormammu, che vengono proiettati all’indietro.
“Ragazzi, dovrei tornare più spesso dall’aldilà” commenta il mutante.

Nei cieli di Londra.

Terribili scompensi si abbattono sull’unico aereo di linea presente in questo momento in una zona critica: gli altri hanno fatto in tempo a cambiare la loro rotta. E su questo aereo sono presenti due dei protagonisti di questa nostra saga, Victoria Bentley e Kaluu.
Gli altri passeggeri urlano, soprattutto quando vedono le paratie sul punto di staccarsi, mentre anche le hostess e gli steward si fanno prendere dal panico. Solo Victoria e Kaluu rimangono muti, impassibili.
“Dannazione” pensa quest’ultimo “Quel tizio che mi ha contattato non mi aveva detto che ci sarebbero stati questi imprevisti, aveva affermato che sarebbe stato un lavoro facile”.
“Kaluu” inizia la donna “Cosa…”.
E alla fine una paratia si stacca, la paratia accanto alla quale stanno i due: i loro sedili vengono proiettati all’esterno e grandi folate d’aria penetrano nel mezzo. Ben presto i piloti non sono più in grado di controllare l’aereo, che inizia a precipitare, diretto contro un quartiere abitato. La tragedia sembra inevitabile, ma improvvisamente… l’aereo si ferma a mezz’aria. Come se una forza invisibile lo avesse fermato. Una forza che ha nome Capitan Bretagna. Non Brian Braddock, attualmente impegnato in un'altra dimensione, ma uno dei componenti del corpo scelti da Merlino.
Con gentilezza, costui porta l’aereo alla più vicina pista di atterraggio. Poi entra nell’abitacolo. “State tutti bene?”.
“Due persone sono state proiettate all’esterno” dice un uomo “Per loro non c’è speranza”.
Questo non impedirà comunque a Capitan Bretagna di cercarli, anche se condivide il pessimismo del suo interlocutore.

Piccadilly Circus.

Adora il caos, è come se da esso traesse la sua essenza vitale. In effetti lui stesso è una personificazione del caos. Dormammu, ex reggente della Dimensione Oscura, era da tempo alla ricerca di una propria identità: quando cominci a perdere tutto, quando scopri che quella tua presunta invincibilità non è proprio così invincibile, inizi inevitabilmente a porti delle domande. La risposta per un essere come lui era semplice, ma veniva sempre frenata da una sorta di orgoglio, se così possiamo definirlo. Da una promessa che aveva fatto molto tempo fa, ma da cui ora non si sente più legato.
Vede le sue creature seminare terrore e distruzione e trae giovamento anche da questo. Perché ha rinnegato il suo giusto destino per così tanto tempo? Non ha importanza, inutile rimuginare sul passato, quello che conta è il presente. Ed il presente gli porta inevitabilmente due sue vecchie conoscenze. Li aspettava.
“Dormammu!” esclama Strange “Come sei arrivato nella nostra dimensione?”.
“Semplicemente volendolo, inetto” ribatte la creatura infernale.
“No, questo non è possibile! Avevi promesso…”.
“Promesse! Promesse!!” la sua è una voce tonante “Sono ciò che mi hanno rovinato. A volte bisogna mettere da parte il proprio orgoglio per perseguire ciò che è giusto, per avere ciò che è tuo di diritto. E questo mondo è mio”.
“Vile, non sei nemmeno degno di essere considerato” ribatte Rintrah “Un essere che non rispetta la parola data è inqualificabile”.
In risposta Dormammu fa comparire due globi cremisi sulle sue mani. “Sicuro che non debba essere considerato?”.
E prima che l’essere taurino possa organizzare una difesa, quei due globi lo centrano in pieno e lo proiettano all’indietro.
Strange parte subito al contrattacco, ma Dormammu è pronto anche per lui. La sfida tra questi due eterni nemici si rinnova.

Dimensione Oscura.

I Senza Mente calano praticamente in massa contro Clea, che si ritrae giusto in tempo. Si libra in volo, ma scopre che una sorta di campo di forza è attorno a lei. Quel campo di forza che tiene in qualche modo imbrigliata la furia assassina dei Senza Mente. A questa altezza la prenderanno sicuramente.
La donna allora inizia una danza tanto aggraziata quanto decisiva: ogni movimento è volto ad evitare un colpo letale delle creature, contro cui la sua magia poco può fare. La proiezione astrale di Umar è ancora presente e ride di gusto. “Farai meglio ad arrenderti subito, figlia mia” dice “Così non fai altro che prolungare il tuo dolore”.
Tuttavia quasi subito i Senza Mente sembrano come perdere interesse in Clea ed iniziano a battagliare tra loro. In effetti, per esseri come loro, che gusto c’è a prendere di mira un bersaglio che non può essere colpito?
“Forse sei stata un po’ troppo sicura di te, madre” ribatte la figlia di Orini.
“Sei tu che sei troppo speranzosa. Credi che i Senza Mente abbiano memoria? Tra un po’ ricominceranno ad attaccarti. E le tue forze non sono infinite”.
Ha ragione, sta solo guadagnando tempo al momento. Eppure come può uscire di qui se… Aspetta, una via d’uscita c’è e gliela sta fornendo sua madre proprio in questo istante. Un incantesimo tuttavia molto difficile, un incantesimo che potrebbe realizzare quello che i Senza Mente non sono finora riusciti a compiere.

Greenwich Village, Hoboken Bar.

“Ehi, guardate là!”.
Questa esclamazione inizialmente non attira l’attenzione di Janet Bourchard: di solito è perchè gli avventori del locale hanno visto una bella donna. Una bella donna che non è mai lei. Le riesce difficile ricordare il suo ultimo appuntamento galante, anzi, non rammenta proprio con chi sia stato e quando. A volte la vita va così: nessuno ti nota, nonostante tu faccia di tutto per sovvertire i pronostici. E poi la sua mente torna a quel tizio che ha incontrato poco fa, quello che le ha dato dieci dollari di mancia: aveva maniere gentili, non aveva mai incontrato un cliente del genere. Le piacerebbe tanto rivederlo, ma è certa che questo sia impossibile.
“Ma chi è quel tizio?”.
Questa esclamazione invece è inedita e finalmente Janet smette di pulire i tavoli ed osserva la televisione. C’è il caos. Un elicottero riprende la scena di strani esseri che stanno seminando distruzione a Londra, mentre qualcuno cerca con difficoltà di contrastarli. Sullo sfondo si vede una creatura gigante, il suo volto sembra infuocato. La telecamera riesce con difficoltà a zoomare ed inquadra due persone che stanno fronteggiando costui.
“Che roba, sembra un toro quello” dice un cliente “Che schifo”.
“Io durante quell’ultimo attacco alieno di poco tempo fa ho visto uno con la faccia da cavallo” aggiunge un altro “Questo è un mondo strano, ve lo dico io”.
Janet si avvicina al televisore e, senza che sia in grado di spiegarselo, tende una mano verso Rintrah. Le infonde una sorta di… sicurezza. Come mai?
“Ehi, bellezza, ti spiacerebbe muovere le tue chiappe flaccide da lì?”.
La routine ricomincia in modo spietato.

Piccadilly Circus.

Strange riesce a fronteggiare agilmente gli attacchi di Dormammu, mentre Rintrah sembra in netta difficoltà.
“Davvero incredibile” pensa quest’ultimo “Stephen non sembra proprio aver perso il suo tocco, anzi, appare più preparato che mai. Mi chiedo davvero perché abbia rinunciato al suo titolo di Mago Supremo”.
Tuttavia il potere di Dormammu è sempre stato superiore a quello di Strange, che lo ha battuto o usando la sua astuzia o quando è stato Dormammu stesso a mettersi su un piano di inferiorità. Una situazione in cui ora non intende di certo cacciarsi. Richiamando a sé un altro globo energetico, colpisce nuovamente Rintrah, che stavolta precipita con violenza al suolo.
“Ritardi solo l’inevitabile, Strange” dice il Temuto “Perché tra poco io…”.
Il colpo che lo centra in quel momento in pieno petto è inaspettato e doloroso. Soprattutto se si considera chi lo ha lanciato.
“Tu!” grida un irato Dormammu “Vattene, questa non è la tua battaglia. Torna nella tua dimensione”.
“Ed invece questa è anche la mia battaglia” ribatte Merlino “Perché la tua malvagità deve avere fine, Dormammu, di modo da non minacciare più alcun mondo”.
Ed a sottolineare questo suo intento, il reggente di Altromondo ha portato con sé tre componenti del corpo dei Capitan Bretagna: non sono a digiuno di magia, ma preferiscono dare spazio alla loro forza. Come il Temuto apprende un secondo dopo.

Poco fuori dai confini di Londra.

Ciò che la risveglia è una apparente sensazione di dolore, come se tutte le ossa del suo corpo si fossero rotte. Trattiene non si sa come un urlo. Poi scopre che quella sensazione non esiste affatto, è solo nella sua mente. Era sicura che sarebbe morta ed in tutta franchezza non sa se sia ancora viva.
Victoria Bentley riapre gli occhi e, anche se in questo momento la sua testa riesce con difficoltà a concepire un pensiero coerente, assapora il dolce sapore dell’aria. Sì, è viva, dopotutto.
“Ma come?” è il suo primo pensiero cosciente.
Poi nota Kaluu: le dà le spalle in questo momento, sta osservando una scena caotica e confusa che sta avvenendo ad alcuni chilometri di distanza. Sembra perso nei suoi pensieri.
“Cosa è successo?” gli chiede Victoria.
Lui si volta: il suo volto appare rassicurato. “Eravamo spacciati, Victoria, eravamo spacciati” dice “Però… le nostre arti magiche ci hanno salvato”.
“Le nostri arti magiche? Ma io non ricordo nulla”.
“Quando siamo precipitati dall’aereo, sapevo di avere pochi secondi. Tu hai perso rapidamente i sensi per la pressione dell’aria. Io allora ho unito le mie forze alle tue ed ho creato una bolla protettiva attorno a noi. Poi, mentre ci avvicinavamo al suolo, sono riuscito a rallentare la nostra velocità. Ed è così che ne siamo usciti senza neanche un graffio”.
“Io… io non capisco…”.
Kaluu le prende le mani. “Noi due insieme siamo una coppia formidabile, Victoria. Dobbiamo affinare le nostre capacità, insieme. Realizzeremo grandi cose”.
La donna distoglie lo sguardo, come a voler scacciare da sé questi pensieri. E quando i suoi occhi di nuovo incrociano quelli di Kaluu, esprime tutto un altro dubbio. “Cosa sta accadendo lì in fondo?”.
“Nulla che possa importarci, mia cara” ribatte lui portandola via “Nulla che possa importarci”.

Dimensione Oscura.

“Dimmi, madre” dice Clea “Sei fiera di quello che hai fatto?”.
“Fiera di aver riconquistato questo mondo? Assolutamente. Fiera di aver ucciso tuo padre? Un sacrificio necessario, ed in ogni caso era un inetto. A parte te nessuno piangerà la sua fine”.
“Madre, so che da sola non ce l’avresti fatta. Dimmi chi ti ha aiutato, dimmelo”.
“Sarei tentata di farlo, perché questi sono gli ultimi istanti della tua vita. Però ho promesso di non dirlo ed Umar le sue promesse le mantiene, nonostante si dica spesso il contrario”.
In quel momento i Senza Mente rivolgono nuovamente la loro attenzione a Clea.
“E tu, figlia mia, non hai nulla da dire?”.
“Sì, madre. Che stavo aspettando questo momento”.
Con un movimento inaspettato, Clea si lancia verso la proiezione astrale di Umar e, bloccandosi a mezz’aria, praticamente si fonde con essa. E’ uno degli incantesimi più difficili che esistano e Strange glielo ha insegnato una volta sola, per via della sua pericolosità.
“Cosa stai…” inizia Umar prima che con sua grande sorpresa scopra di essere totalmente immobilizzata. “Mal… maledetta, cosa stai facendo?”. Non è un’esclamazione di rabbia, quanto piuttosto di meraviglia.
“Fusione Astrale, madre. Ora il mio corpo è in comunicazione col tuo”. I Senza Mente cominciano la loro avanzata. “Questo significa che tutto quello che provo io lo proverai anche tu”. I Senza Mente si avvicinano. “Questo significa che se io provo dolore, tu proverai dolore. Questo significa che se io muoio, morirai anche tu”.
“No, pazza! Non hai il coraggio di fare una cosa del genere!”.
“Ah, coraggio, dici? Hai ucciso mio padre, non sai quanto piacere mi darà causare la tua fine. E se questo vorrà dire anche la mia fine, allora ben venga. Puoi salvarti solo teleportandomi via da qui”. I Senza Mente sono a pochi metri.
“No, non è vero”.
“Vuoi correre il rischio, madre?”.
Umar agisce rapidamente, nel vedere gli occhi dei Senza Mente a poca distanza da lei. Nel vedere in essi la loro brama di distruzione. E così teleporta Clea lontano da lì, nel suo palazzo. Poi crolla al suolo, come se le avessero mozzato il respiro. Una sensazione condivisa anche da Clea, che però ha la presenza di spirito di rialzarsi e di teleportarsi lontano dalla Dimensione Oscura.
Umar la nota e lancia una esclamazione di rabbia, troncata sul nascere perché la sensazione di stanchezza e prostrazione torna a pervaderla.

Piccadilly Circus.

A parte all’inizio, il Dr. Strange è stato insolitamente silenzioso mentre affrontava Dormammu. Prova disgusto per lui, per un verme che non è nemmeno in grado di fare fede alla sua parola. Certo, forse da Dormammu ci si può aspettare un comportamento del genere, ma questo non raffredda la sua ira. Così si ritrae, mentre Merlino ed i Capitan Bretagna tengono impegnato il Temuto. Richiama a sé tutte le sue energie, poi attinge alle forze magiche di altre dimensioni per lanciare un attacco senza precedenti contro Dormammu: quel verme deve sparire dalla faccia della Terra e non solo. Un’aura cremisi accecante compare attorno al suo corpo. Un evento che richiama l’attenzione di Merlino, il cui volto esprime grande stupore. Una frazione di secondo di disattenzione, solo una frazione, ma è più che sufficiente per Dormammu per sbarazzarsi temporaneamente di lui e poi dei tre Capitan Bretagna. Per poi bloccarsi sul posto, oseremmo dire ghiacciato dalla paura.
“Ma cosa…”.
“DORMAMMU!” praticamente urla Strange “LA TERRA NE HA ABBASTANZA DELLE TUE MENZOGNE E DELLA TUA CODARDIA. PREPARATI ALLA TUA FINE”.
Il Temuto erige davanti a sé uno scudo magico, ma esso viene infranto con irrisoria facilità. Sta avvertendo le forze che Strange ha richiamato a sé, sa cosa sarebbero in grado di fare. E non vuole sperimentarle. “Aspetta, Strange, ti prometto che non verrò più in questa dimensione, non la attaccherò più. Hai la mia sacra parola”.
“LA TUA PAROLA NON CONTA PIU’ NULLA. MUORI!”.
“No, il tuo viso…”.
Dormammu non riesce a completare la frase in quanto in quel momento il colpo più potente di tutti lo centra in pieno petto. Penetra dentro la sua stessa essenza e lo spezza letteralmente in due, poi il suo corpo diventa cenere che viene dispersa al vento. La cosa crea una onda d’urto che si dirige contro i Senza Mente, investendoli con la sua potenza. Causando la loro distruzione, come se fossero state bambole di carta. Tutta quell’energia si concentra poi in un solo punto e sfreccia come un razzo verso il cielo, per disperdersi infine nello spazio. Il mondo è salvo ancora una volta.
Tutta questa scena è stata osservata con attenzione e divertimento da una persona interessata. “Molto bravo, Strange” pensa “Hai superato le mie aspettative. Tutto questo potere comunque non ti servirà a nulla quando affronterai me. Ed ora inizia la parte più divertente”.
Rintrah si riprende ed altrettanto fa Merlino. Si guardano intorno e subito una domanda esce spontanea. “Che fine ha fatto il Dr. Strange?”. Svanito nel nulla.

CONTINUA...